Se la ricerca storica dovesse fra alcuni secoli individuare la cifra distintiva dell’epoca che noi chiamiamo contemporanea, sicuramente il nazionalismo andrebbe annoverato tra le sue strutture ideologiche fondamentali.
La concezione per cui ognuno di noi è identificabile come membro di una comunità più larga che si definisce “nazionale” è talmente radicata nel senso comune da far apparire come “naturale” la circostanza (in realtà storicamente determinata) per cui la nazionalità risulta oggi essere uno dei tratti fondamentali nella definizione dell’identità propria e altrui.
Paradossalmente, però, è proprio questa onnipresenza del nazionalismo, il suo essere una struttura ideologica capace di plasmare e orientare lo stesso modo di pensare e agire dell’umanità contemporanea, ad averlo reso a lungo invisibile finanche agli occhi della comunità scientifica. Nella pubblicistica di massa contemporanea, per esempio, il nazionalismo è sovente derubricato a residuo di un passato tribale e individuato come segno di arretratezza, tant’è che la definizione di “nazionalista” funge da stigma con cui il nazionalismo ufficiale di stato delegittima altri nazionalismi, siano essi statuali o “regionali”, che ne contestano la narrazione.
Oggi tuttavia il panorama degli studi sul nazionalismo è in decisa crescita, soprattutto per effetto della nuova visibilità che il processo di integrazione europea ha dato a due dinamiche decisive nella costruzione della comunità immaginata della nazione ovvero quella tra esclusione/inclusione e tra nazione/regione. Alla parziale perdita di centralità dello stato-nazione in Europa non ha fatto certo seguito la scomparsa del nazionalismo, bensì una riorganizzazione delle sue risorse ai fini della costruzione di un sovranazionalismo continentale da un lato e una riconfigurazione del ruolo e dell’identità delle regioni dall’altro.
Nazioni e Regioni – Studi e Ricerche sulla comunità immaginata
Da qui il titolo della nostra rivista semestrale online, Nazioni e Regioni Studi e Ricerche sulla comunità immaginata: è infatti nella dialettica tra questi due poli che si gioca oggi gran parte di questa ricomposizione delle identità nazionali e locali in Europa, ma anche negli altri continenti, e in questa ricomposizione vengono coinvolte le risorse naturali e materiali più disparate, dalla “geologia” alla “gastronomia”; un’eterogeneità di risorse che impone quindi alla comunità scientifica un approccio che sia al tempo stesso interdisciplinare e metodologicamente rigoroso.
Il sottotitolo della rivista, più che rappresentare una scelta di campo nell’eterno dibattito tra “gastronomisti” e “geologisti”, vuole sottolineare l’irrinunciabilità della dialettica fra le due opzioni. La redazione della rivista non vuole prendere parte, in quanto tale, a favore di una delle due opzioni, bensì offrire un luogo di dibattito in cui trovino spazio le innumerevoli sfumature tra esse esistenti. In questa prospettiva, il diretto riferimennto alle intuizioni contenute nel saggio di Benedict Anderson proviene dalle convinzioni che, in proporzioni certamente variabili, nella costruzione e/o rappresentazione delle identità, regionali o nazionali che siano, sia irrinunciabile il fattore dell’immaginazione e della (ri)semantizzazione degli elementi che la compongono.
Nazioni e Regioni (NeRe) nasce dall’incontro tra una giovane e intraprendente casa editrice barese, Caratteri Mobili, e tre ricercatori che su versanti diversi esplorano le questioni legate al nazionalismo: Andrea Geniola, dottore di ricerca in Filosofie e Teorie Sociali Contemporanee presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, DEA in Storia Comparata presso l’Universitat Autonoma de Barcelona e membro del CEFID-UAB; Dario Ansel, dottore di ricerca in Storia, Politica e Rappresentanza degli Interessi nella Società Italiana e Internazionale presso l’Università degli studi di Teramo; Fabio De Leonardis, dottore di ricerca in Teorie del Linguaggio e Scienze dei Segni presso l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”.
Questa nuova rivista vuole essere uno spazio editoriale aperto e interdisciplinare che, sulla scorta della feconda esperienza anglosassone, sia in grado di incentivare un ambito di ricerca sino a oggi rimasto sostanzialmente ai margini della produzione scientifica italiana ed europea, consentendo a chi si interessa di nazionalismo di pubblicare i risultati del proprio lavoro scientifico e di confrontarsi con altri studiosi.
La rivista, pur essendo in lingua italiana, aspira ad avere una dimensione internazionale: quindi accetterà contributi in diverse lingue che verranno tradotti in italiano dalla redazione. Il Progetto Nazioni e Regioni non si limita alla sola rivista scientifica, ma si articola in una serie di spazi di discussione a essa collaterali, con l’esplicità finalità di diventare un punto di riferimento autorevole e di facile accesso per chiunque si occupi di questi temi: a essa si affianca infatti un Blog, inteso come luogo di dibattito, discussione e intercambio più aperto e informale rispetto alla rivista scientifica, in cui troveranno spazio notizie e interventi legati all’attualità, database, comunicazioni relative a congressi, convegni e seminari; una collana editoriale, dedicata espressamente alle questioni relative a nazionalismo e regionalismi e comprendente tesi e lavori inediti, oltre a traduzioni di opere di rilievo su nazioni e nazionalismi non disponibili in lingua italiana.
Si accettano contributi che analizzino questioni teoriche relative al fenomeno nazionalista e regionalista, indagini sullo stato dell’arte degli studi dedicati a casi specifici, ricerche su aspetti concreti della costruzione nazionale analizzata da diverse prospettive disciplinari.
Il Comitato Redazionale di Nazioni e Regioni