La rivolta degli insegnanti di sostegno e critiche alla politica di Valditara: ecco che cosa sta accadendo nel mondo della scuola.
La campanella che segna l’inizio dell’anno scolastico è pronta a suonare in tutte le regioni di Italia. Eppure, in tantissime classi gli studenti non avranno ancora un insegnante. Soprattutto, poi, per quanto riguarda i docenti di sostegno la situazione è critica. La proposta del Ministro dell’Istruzione Valditara non è stata accolta con favore dal corpo docenti, che è sceso in piazza a manifestare. Ecco quali sarebbero le ragioni della rivolta degli insegnanti.
Manifestazione degli insegnanti di sostegno contro la proposta del Ministro dell’Istruzione
Con la fine dell’estate riparte il settore della scuola. Ma non tutto sembra ancora pronto. Tanti i dubbi relativi alle assunzioni del personale docente, dubbi che scatenano il malcontento dei lavoratori. A questa situazione si aggiungono altre proteste, soprattutto da parte degli insegnanti di sostegno. Davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito nei giorni scorsi si è svolta una manifestazione di protesta indetta dal Comitato Docenti di Sostegno e dai comitati dei genitori di studenti con disabilità per contrastare le politiche educative del Ministro Valditara, ritenute «inadeguate a garantire un’istruzione realmente inclusiva».
«Siamo qui perché vogliamo che i docenti specializzati siano inseriti in una graduatoria nazionale unica, che metta fine all’inaccettabile divisione tra Nord e Sud. Mentre le graduatorie del Sud vengono ‘svuotate’, con oltre 7.000 docenti specializzati sul sostegno esclusi, al Nord si è costretti a cercare altrove figure non adeguatamente formate. La situazione è iniqua e va risolta al più presto», questa la voce di una insegnante di sostegno in un’intervista rilasciata al sito web Orizzonte Scuola.
I manifestanti chiedono che i titoli dei percorsi di specializzazione vengano considerati come tali. I docenti ricordano come i «continui cambi di insegnanti siano deleteri per un percorso educativo efficace e graduale. I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento stabili». I manifestanti lamentano il fatto che l’articolo 59 del decreto legge n. 73/2021, che avrebbe dovuto stabilizzare i docenti precari che avevano ottenuto una cattedra entro il 31 agosto, non sia stata applicata in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. I manifestanti chiedono che l’equipollenza dei titoli avvenga in «modo trasparente e rigoroso. Chi sceglie percorsi formativi più brevi e meno impegnativi non può avere le stesse opportunità di chi ha dedicato anni alla propria formazione».