Italia Viva, strappo in Emilia Romagna: la dirigenza locale del partito saluta Renzi e rassegna le dimissioni

Italia Viva, strappo in Emilia Romagna: l’ultima mossa di Matteo Renzi gli fa perdere tre dei suoi fedelissimi.

Matteo Renzi presidente Italia Viva
Matteo Renzi abbandonato dai suoi (Nazionieregioni.it)

Una disfatta annunciata, quella di Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi nel settembre 2019. Specialmente in Emilia Romagna, dove l’ex premier si è visto abbandonato da tre dei suoi fedelissimi.

Prima di approfondire le ragioni che hanno portato alle dimissioni di tre vertici del partito, cerchiamo di approfondire l’antefatto. Alle elezioni europee dello scorso giugno, Italia Viva non ha superato la soglia di sbarramento, vedendosi preclusa qualunque possibilità di ottenere seggi in parlamento.

Da qui, il bivio di fronte a Renzi è parso chiaro, così come emerge dalle sue stesse dichiarazioni: “O facciamo una Margherita 2.0 alleata con il Centrosinistra, o tentiamo di ricostruire il Terzo Polo“.

Ed è proprio su quest’ultimo punto che è scattata la protesta da parte dei suoi. Il presidente di Italia Viva, infatti, ha scelto di scommettere tutto sulla coalizione di Centrosinistra. Non tenendo in considerazione, però, le reazioni che si sarebbero potute scatenare tra i membri del partito.

Giorgia Bellucci, segretaria provinciale del partito a Rimini, saluta Renzi: “Con me si dimette tutta la dirigenza”

Matteo Renzi con espressione corrucciata
Italia Viva: la dirigenza provinciale di Rimini si dimette (Nazionieregioni.it)

Non è minimamente piaciuta l’ultima mossa di Matteo Renzi. Non è andato giù, ai suoi, che dopo il mancato superamento della soglia di sbarramento alle Europee, il fondatore di Italia Viva – eletto presidente al congresso dello scorso ottobre – abbia deciso tutto in autonomia.

Non facendo i conti, però, con le reazioni che si sarebbero inevitabilmente scatenate. Le prime sono arrivate dalla provincia di Rimini dell’Emilia Romagna. “Mi dimetto da presidente di Italia Viva provinciale – ha annunciato ieri Giorgia Bellucci con un comunicato alla stampa -. Con me si dimette tutta la dirigenza locale: Luca Signorini, presidente zona sud, Andrea Ferrando, presidente zona nord, e Andrea Arlotti, membro di cabina di regia regionale”.

Il capo di imputazione che pende sulla testa del politico è il fatto di aver preso le sue decisioni senza prima confrontarsi con i membri del partito. Un’accusa che Bellucci non esita a rivolgergli apertamente.

Mesi fa diceva che non si sarebbe schierato né con questa destra e né con questa sinistra – stigmatizza l’ormai ex presidente provinciale di Italia Viva -. Se si vuole cambiare strategia, cosa del tutto legittima, si deve rifare un nuovo congresso“.

Un passaggio che, prosegue, Renzi avrebbe completamente bypassato, decidendo di sostenere il Centrosinistra senza prima passare dai suoi. Una scelta, quest’ultima, che Bellucci non gli ha perdonato: “Non ci si può mettere insieme a partiti di cui non si condividono i principi per il puro scopo di battere la destra“.

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Non rimarrà con le mani in mano l’ex segretaria provinciale di Italia Viva, e con lei i dirigenti del partito che hanno rassegnato le dimissioni a loro volta.

Noi scegliamo una strada più difficile e lunga, una proposta liberaldemocratica vera – annuncia Bellucci alla stampa, prima di chiarire cosa accadrà nel futuro prossimo -. Noi, insieme, a tante altre persone, aderiamo all’associazione Orizzonti liberali – Verso il partito liberal-democratico“. Per Matteo Renzi, volendo riassumere la situazione in termini semplici: una Caporetto bella e buona.

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