Strage di Paderno: Paolo Crepet analizza quello che è successo e spiega che i segnali per capire c’erano. La colpa è delle famiglie
Sulla strage di Paderno Dugnano nella quale sono morti mamma, padre e figlio di 12 anni per mano del primogenito 17enne, c’è ancora tanto sconcerto ma anche angoscia. Tutti hanno descritto il giovane come un ragazzo tranquillo e a cui tutti volevano bene e non si capacitano come egli si sia potuto trasformare in un assassino.
Non la pensa così Paolo Crepet, psichiatra e sociologo che nell’analizzare la vicenda e nello specifico il ragazzo che con 68 coltellate ha sterminato la sua famiglia non usa mezzi termini. Dice basta al pietismo e all’uso della parola fragilità. Per l’esperto “i segnali c’erano, semplicemente non sono stati visti”.
Paolo Crepet analizza la strage di Paderno Dugnano in un’intervista a Il Giornale e dice a chiare lettere che questo, come tanti altri episodi, non è altro che l’esito di una società che sta distruggendo i giovani perché li isola e nel frattempo i genitori sono assenti ed incapaci di ascoltare.
“I genitori di oggi controllano i voti scolastici in tempo reale, ma non sanno dove sono i figli alle tre di notte”, tuona Crepet specificando come oggi la famiglia si mostra come una presenza ingombrante per i giovani senza avere con loro, però, un vero contatto.
Il 17enne che ha accoltellato padre, madre e fratello con cui poco prima aveva giocato alla Playstation era solo esteriormente un ragazzo modello ma nel profondo nascondeva un malessere che non è stato capito e quindi ignorato.
I giovani di oggi si sentono soli e la solitudine viene amplificata dalle nuove tecnologie: “I ragazzi sono soli, anche in mezzo agli altri – precisa Crepet – e la scuola, invece di aiutarli a costruire relazioni significative, spesso si limita a rincorrere slogan vuoti come l’ora di educazione sentimentale”.
Paolo Crepet ha le idee chiare anche su come invertire la rotta: per lo studioso non serve una magia ma semplicemente allentare il rapporto con la tecnologia e puntare di più verso le relazioni autentiche. Come? Iniziando dai genitori che secondo lo psichiatra “devono tornare a essere una presenza significativa nella vita dei figli insegnando loro il valore del sacrificio, della collaborazione e del confronto”.
È un compito molto gravoso questo in una società che non incita all’unione ma che punta all’individualismo e alla sola gratificazione immediata. Oggi i giovani, abituati a vivere nell’agio, protetti in tutto e per tutto, non sanno più cosa significhi il sacrificio e l’impegno e per questo non hanno voglia di studiare e di costruirsi un futuro. Questa l’analisi amara ma realistica di Crepet.
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