In oltre 200, dal 2017, hanno chiesto aiuto all’associazione DireUomo-Aps: si tratta di uomini autori di violenza e maltrattamenti contro le donne.
Sono numeri che lasciano intravedere uno spiraglio di luce, quelli riferiti dall’associazione DireUomo-Aps. Oltre 200 uomini, dal 2017 (anno di fondazione dello spazio di ascolto dedicato alla violenza di genere), hanno chiesto aiuto per porre uno stop ai soprusi contro le donne.
E di violenze, il genere femminile sembrerebbe subirne di tutti i colori ogni giorno che passa. Solamente ieri vi avevamo dato notizia della 17enne palpeggiata a Miramare di Rimini dal gestore di un negozio presso cui stava effettuando compere.
L’associazione fondata sette anni fa punta ad offrire ascolto e supporto agli uomini autori o potenziali autori di violenza contro le donne. Il team, composto da psicologi e psicoterapeuti, mira ad estirpare alla radice gli abusi a vantaggio di un percorso di responsabilità e consapevolezza durante il quale, spiegano i promotori, “germoglia il desiderio di cambiamento, ma soprattutto di relazioni e legami più sani“.
Ma come funziona, nello specifico, lo spazio di ascolto e le iniziative che DireUomo-Aps intraprende nei confronti degli oltre 200 uomini che, in questi sette anni, hanno bussato alla porta dell’associazione? A fare il punto della situazione è Vincenzo Vannoni, psicologo e psicoterapeuta, nonché presidente della realtà associativa.
Rimini, 200 uomini in sette anni bussano alla porta di DireUomo-Aps: parla lo psicologo Vannoni
Perlopiù cittadini italiani, di professioni tra le quali non si evidenziano sostanziali differenze, così come per il grado di istruzione. Né si riscontrano variazioni significative per quanto concerne l’età degli uomini che chiedono aiuto a DireUomo-Aps.
Questa la fotografia che lo psicologo Vincenzo Vannoni scatta dell’associazione di cui è anche presidente. “Una media di 20 uomini seguiti all’anno presso la sede dell’associazione – prosegue – e di circa 40 seguiti presso il carcere di Rimini. Se si guarda il totale, invece, si giunge a quota 200 persone“.
Quanto ai motivi che spingono gli uomini autori o potenziali autori di violenza a chiedere aiuto, spiega lo psicologo, si spazia invece parecchio. Alcuni, illustra, decidono di agire in autonomia e di chiedere spontaneamente il supporto di DireUomo.
In altre circostanze, invece, è la partner ad “insistere affinché il compagno contatti l’associazione“. In ultimo vi sono anche casistiche di molti uomini che, di fronte a reati di violenza domestica e di genere, ottengono la sospensione condizionale della pena subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di trattamento, come quelli offerti da DireUomo.
In alcuni casi, aggiunge lo psicologo, i cambiamenti sono repentini in quanto sostenuti dalla forte motivazione del soggetto aiutato a mutare vita. In altre circostanze, invece, “è necessario un tempo più lungo, in cui sono gli esperti dell’associazione ad accompagnare l’interessato nella scoperta di un desiderio di cambiamento, di relazioni e legami più sani“.
Violenza di genere, qual è la causa a monte del fenomeno? “Mancata gestione delle emozioni”
A monte dell’insorgere della violenza di genere, spiega lo psicologo Vannoni al Corriere Romagna, la necessità di “dominare e controllare la partner” è il primo aspetto da tenere in considerazione.
In più, fa leva Vannoni, c’è il bisogno impellente, da parte di molti uomini, di “imparare a leggere e gestire le proprie emozioni, a riconoscerle e pensarle, evitando il dominio e il controllo nella relazione con l’altro“.
In ultimo, conclude il presidente dell’associazione, si debbono tenere in conto le questioni individuali del singolo soggetto, gli aspetti culturali, nonché l’identificazione con i modelli familiari e sociali inculcati in questi uomini. Tutte concause, conclude lo psicoterapeuta, che possono far germogliare la violenza.