Rimini, arrivano i risultati delle indagini scientifiche condotte sulle parti intime di Pierina Paganelli: il risultato è inaspettato.
Lo scorso 17 luglio, l’omicidio di Pierina Paganelli pareva esser stato risolto con l’arresto di Louis Dassilva. L’uomo, amante della nuora della vittima Manuela Bianchi, era stato indagato e successivamente arrestato per omicidio volontario e pluriaggravato della 78enne residente in via del Ciclamino, uccisa nella sera del 3 ottobre scorso con 29 coltellate.
L’arresto di Dassilva, ciò nonostante, non ha interrotto le indagini. Roberta Bruzzone, criminologa e consulente della difesa, ha sempre definito “debole” l’impianto accusatorio nei confronti dell’amante di Manuela Bianchi. “Un filmato sgranatissimo – commentava Bruzzone un mese fa, in riferimento ai filmati che incastrerebbero Dassilva -. Nulla di ciò che si vede è riconducibile in maniera univoca a Louis“.
I recenti tamponi effettuati sul corpo della vittima hanno contribuito a delineare con maggior chiarezza il quadro attorno all’assassinio della 78enne. Dai laboratori dell’Università di Tor Vergata di Roma è infatti emersa un’importante novità, che riguarda proprio i campionamenti eseguiti sulle parti intime di Pierina Paganelli.
Rimini, omicidio di Pierina Paganelli: nelle parti intime nessuna traccia dell’assassino
L’ipotesi è che Louis Dassilva abbia agito per coprire la sua relazione segreta con Manuela Bianchi, scoperta proprio dalla suocera di lei Pierina. Il sospetto, dunque, è che il senegalese abbia deciso di “eliminare” l’ostacolo che si interponeva tra lui e la moglie di Giuliano Saponi, figlio della vittima.
Dall’Università di Tor Vergata arriva però una notizia che potrebbe rimescolare completamente le carte in tavola. Il superperito Emiliano Giardina, incaricato dal tribunale di Rimini di esaminare i reperti collezionati dalla squadra mobile, ha emesso la sua sentenza avvalendosi dei risultati del tampone: nessuna traccia dell’assassino nelle parti intime di Pierina Paganelli.
Un annuncio che arriva a distanza di pochi giorni dal 9 settembre, data in cui il tribunale deciderà se confermare la custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Louis Dassilva, oppure ritirarla. Le verifiche in laboratorio procedono proprio in questa direzione: rafforzare o indebolire l’impianto accusatorio, sulla base dei referti che emergono.
È atteso per i prossimi giorni l’esito della comparazione tra il dna trovato nei reperti e quello del senegalese. Prenderà avvio dalla metà di settembre, invece, il “secondo round” di indagini: gli inquirenti si impegneranno nella ricerca di ulteriori indizi e reperti che possano contribuire a far luce sull’omicidio. Con l’apposito laser che arriverà nelle mani degli agenti, le rilevazioni potranno essere ancora più precise.
Omicidio Pierina Paganelli, atteso l’esito di nuove comparazioni: tutto quello che verrà analizzato
Se l’analisi sulle parti intime di Pierina Paganelli non ha condotto a nessun esito utile ai fini dell’indagine, quelle che si svolgeranno da qui ai prossimi giorni potrebbero invece produrre risultati differenti. Il tutto nell’ottica di comprendere se Louis Dassilva può o meno essere considerato il responsabile della morte dell’anziana riminese.
Nello specifico, il superperito Emiliano Giardina ha già tamponato sette reperti chiave raccolti sulla scena del crimine, e non solo, trovandovi tracce di dna. Sono attesi proprio in questi giorni i risultati degli esami di laboratorio, per comprendere se il dna riscontrato sia compatibile con quello di Dassilva. Anche in questo frangente, però, lo scenario parrebbe offuscarsi, poiché la quantità di dna maschile isolata sarebbe piuttosto esigua.