Processo Open Arms, le pesanti richieste del Pm scuotono il mondo politico. Vediamo che cosa succede.
Brevemente i fatti. Nell’agosto del 2019, l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, e vicepresidente del Consiglio del Governo Conte I, vieta per 19 giorni lo sbarco nei porti italiani alla nave della ONG spagnola Open Arms. A bordo sono presenti 147 persone soccorse nel Mar Mediterraneo. La vicenda si conclude la sera del 20 agosto, quando alla nave è consentito di sbarcare, su ordine del procuratore di Agrigento, dopo aver constatato di persona le preoccupanti condizioni delle persone a bordo.
Sulla nave restano 83 persone, altre si sono gettate in mare, raggiunto la terraferma su imbarcazioni di fortuna o fatte sbarcare perché minorenni. Nel novembre del 2019, Salvini è indagato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona e abuso di atti di ufficio. A luglio del 2020 arriva l’autorizzazione a procedere da parte della Giunta per le immunità del Senato e nell’aprile del 2021, l’uomo politico è rinviato a giudizio dalla procura di Palermo.
Il processo è iniziato in questo mese di settembre e proprio sabato 14, il Pm ha chiesto per Salvini una condanna a sei anni di reclusione. Per l’accusa, Salvini avrebbe agito non per una strategia concordata a livello governativo, ma per incrementare il proprio consenso politico in chiave elettorale, sfruttando il tema dell’immigrazione clandestina.
Secondo i Pm a bordo non c’erano situazioni di pericolo per la sovranità nazionale, mentre le condizioni dei passeggeri si aggravavano di giorno in giorno. Per questo il POS (Place of Savety) doveva essere concesso immediatamente. Da qui la richiesta di reclusione nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Le repliche della difesa sono attese per il 18 ottobre.
Le reazioni politiche sono state immediate a partire proprio da quelle del diretto interessato “Mi dichiaro colpevole di avere difeso l’Italia e gli italiani, mi dichiaro colpevole di avere mantenuto la parola data“. A favore di Salvini e del sue scelte il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, critica verso l’operato dei Pm. Manifestazioni di solidarietà verso il politico italiano sono arrivate anche dall’estero. Per Salvini si sono espressi diversi esponenti politici della destra europea da Marine Le Pen e Jordan Bardella di Rassemblement Nationale a Viktor Orban, capo del Governo ungherese.
Naturalmente non sono mancati i commenti dell’opposizione in Italia. Per la leader del PD Elly Schlein, le dichiarazioni di Giorgia Meloni sono inopportune “… il rispetto istituzionale imporrebbe di non commentare processi aperti”. Potere esecutivo e potere giudiziario dovrebbero restare separate, aggiunge l’esponente PD. Si apre un conflitto istituzionale, per Angelo Bonelli di AVS. Dunque la vicenda accende il confronto politico, in una fase di discussione sui temi economici in vista delle importanti decisioni sulla prossima Legge di Bilancio. Se volete leggere le vicende di un altro processo del quale si parla molto in questi giorni, questo è l’articolo.
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