Louis Dassilva, fissato per oggi alle 10 un nuovo interrogatorio: il 34enne senegalese è l’unico indagato per la morte di Pierina Paganelli.
Non c’è pace per Louis Dassilva, attualmente unico indagato per la morte di Pierina Paganelli, verificatasi ormai un anno fa in via del Ciclamino, a Rimini. Questa mattina, alle 10, il sostituto procuratore Daniele Paci e il dirigente della squadra mobile della Questura di Rimini, Marco Masia, si recheranno presso la casa circondariale dove è detenuto il senegalese.
Sono trascorsi due mesi dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Vinicio Cantarini, che il Tribunale del riesame ha confermato proprio la settimana scorsa. Al momento, però, non sono emerse particolari novità che possano far sperare in un risultato differente da quello che si ottenne durante l’interrogatorio di garanzia, tenutosi il 18 luglio scorso.
Dassilva, ovviamente, sarà assistito dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi del Foro di Rimini. All’epoca del 18 luglio, l’indagato si rifiutò di parlare avvalendosi della facoltà di non rispondere. Una deriva verso la quale è probabile che si andrà anche questa mattina.
Per l’accusa ci sono pochi dubbi a riguardo. La persona che, nella sera del 3 ottobre 2023, scese nel garage di via del Ciclamino per sbarazzarsi di Pierina Paganelli, uccidendola con 29 coltellate, fu Louis Dassilva. È questo che gli inquirenti, il sostituto procuratore Daniele Paci e il dirigente della squadra mobile della Questura di Rimini Marco Masia, tenteranno di comprendere durante l’interrogatorio di stamani.
Secondo l’impianto accusatorio, il 34enne senegalese avrebbe avuto movente – l’amore per Manuela Bianchi, nuora di Pierina – e mezzi per portare a compimento l’omicidio della 78enne. Sono fin troppe, a detta degli inquirenti, le coincidenze che parrebbero non tornare.
Il fatto che chi abbia agito non abbia incontrato alcun ostacolo sulla sua strada, come puntualizzato dal Corriere Romagna. Ma anche la conoscenza delle abitudini di Pierina, che quella sera era di ritorno da una riunione religiosa.
In più, ci sarebbe il fattore “sotterranei” di via del Ciclamino, che chi ha agito doveva conoscere molto bene. Sono queste le domande alle quali gli inquirenti sperano di trovare una risposta durante l’interrogatorio di stamani. Ben consapevoli che il 34enne, proprio come l’ultima volta, potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.
Mentre l’accusa continua a cercare prove e indizi che portino a Louis Dassilva, la difesa si muove sul fronte opposto. Gli avvocati del Foro di Rimini Fabbri e Guidi, stando a quanto si apprende, starebbero lavorando per demolire gli indizi a disposizione della Procura, prima di ricorrere in Cassazione non appena saranno rese disponibili le motivazioni del Riesame.
È fissata all’11 ottobre, nel mentre, l’udienza davanti al gip per l’acquisizione dei risultati sugli esami di laboratorio. Non si esclude che il perito nominato dal giudice chieda più tempo per la comunicazione degli stessi, in attesa che dagli Stati Uniti giunga un macchinario “particolarmente efficace per lo studio dei singoli residui biologici reperiti sulla scena del crimine“. Le indagini sulle parti intime della vittima, ricordiamolo, avevano dato esito negativo.
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