Tra le città italiane meno sicure ci sono Milano, Firenze e Roma sul podio: in cosa consiste il problema e perché.
Bollino rosso per le grandi metropoli italiane, tra cui, Firenze, Milano e Roma. Parliamo di tre capoluoghi di regione, laddove il turismo è all’ordine del giorno, in tutte le stagioni dell’anno. Ma se in queste tre realtà urbane c’era qualcosa che mancava erano proprio i regimi di sicurezza, la capacità delle autorità pubbliche di fermare i fenomeni di violenza e i reati ad essi connessi. Se nel periodo pre-pandemico, queste tre città non si misuravano con le altre piccole realtà del centro-Sud Italia, ora la situazione sembra si sia completamente ribaltata.
I numeri parlano chiaro e ad esporceli è proprio il quotidiano statistico-economico del “Sole 24 Ore” che ha ritenuto idoneo posizionare tre città come Roma, Milano e Firenze sui gradini più alti del podio, per quanto riguarda le manifestazioni di violenza e la tipologia di realtà urbana, considerata “meno sicura”. Se il 30% dei reati connessi ad atti di violenza, di ogni tipo si sono registrati, negli ultimi anni, nelle città di Napoli, Imperia, Livorno, Prato e Bologna, i restanti numeri si dividono tra i tre capoluoghi suddetti. Per quanto riguarda invece, l’aspetto “sicurezza” e “rispetto del buon vivere civile”, le città di Oristano, Potenza e Treviso, sono considerate dal quotidiano in questione, le realtà più sicure d’Italia, con denunce e manifestazioni di violenza, prossime allo zero.
I dati post-pandemia sono aumentati esponenzialmente per Roma, Firenze e Milano, per quanto riguarda il dato delle realtà urbane “meno sicure” d’Italia. In questa piccola classifica, il capoluogo lombardo è al terzo posto per atti di violenza sessuali con reati e conseguenti denunce che accrescono quasi del 5% rispetto a cinque anni fa. A Roma invece si è registrato un aumento di denunce di circa il 16,7%, rispetto a cinque anni fa, a fronte dei reati predatori. Mentre Firenze è tornata ad rivelarsi un problema da questo punto di vista, registrando un aumento significativo dei reati per utilizzo di stupefacenti, accresciuto addirittura del 56% rispetto agli anni precedenti.
Si trattano di dati che fa riflettere sulla condotta e il buon vivere civile degli italiani, segno di un turismo sempre più di “massa”, ma preso troppo spesso di mira, anche a causa di un’inammissibile mancanza di controlli e autorità di sicurezza. Basterebbe un espletamento costante e importante di forze dell’ordine e/o armate, nei punti nevralgici di queste zone, per riportare la situazione al totale ripristino.
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