Alluvione Emilia-Romagna, oltre al danno la beffa: “Risarciti di soli 1.000 euro”. La protesta del Comitato alluvionati borgo di Faenza: “Umiliati e offesi”.
Accadde tutto tra il 2 e il 17 maggio 2023. Diciassette le vittime, 8,5 miliardi di euro i danni certificati dall’Unione Europea. Questi i numeri – solamente alcuni dei tanti a disposizione, in realtà – che quantificano l’entità del disastro noto come “Alluvione dell’Emilia-Romagna”.
Il fenomeno meteorologico estremo, che si è abbattuto su ben 44 comuni, ha interessato in maniera più feroce le province di Forlì-Cesena, Modena e Ravenna, dove la conta dei danni si è sprecata e gli strascichi lasciati dall’alluvione continuano a farsi sentire in maniera pesantissima.
Per tale motivo, quando venne istituita la piattaforma Sfinge – il portale tramite cui gli alluvionati avrebbero potuto inoltrare le domande di rimborso -, le speranze degli emiliano-romagnoli erano riposte in un aiuto che li avrebbe sostenuti nel ricostruire quanto perso: le abitazioni, e più in generale la vita.
L’ordinanza sui beni mobili emessa dalla struttura commissariale, tuttavia, ha deluso le aspettative di parecchi. Secondo quanto emerge, infatti, la stragrande maggioranza delle persone colpite dall’alluvione riceverà un risarcimento di “soli 1.000 euro“.
Hanno sguinzagliato avvocati e periti nella speranza di capirci qualcosa in più dell’ordinanza sui beni mobili firmata dal commissario straordinario per il post alluvione, Francesco Figliuolo. Purtroppo, però, il quadro che emerge sembra più realistico che mai: dai 6mila euro di rimborsi previsti dovranno essere decurtati altri contributi.
Premesso che gli alluvionati avevano richiesto un budget di almeno 30mila euro per ricostruire quello che restava delle loro vite, e che il Governo, dal canto suo, aveva fissato il tetto massimo a 6mila, la notizia sopraggiunta negli scorsi giorni ha fatto infuriare ancora di più le vittime dell’alluvione del maggio 2023.
I primi ad alzare la voce, come riporta il Corriere Romagna, sono i membri del Comitato alluvionati borgo di Faenza. “Il risarcimento sarà di soli 1.000 euro – protestano – perché al massimale di 6mila vanno tolti i 5mila ricevuti come Cis (Contributo immediato sostegno)“.
La sostanza dei fatti, dunque? Che le vittime dell’alluvione si definiscono “tradite e deluse” e ritengono la recente ordinanza firmata dal commissario straordinario “un crudele accanimento contro chi ha già vissuto un’immane tragedia“.
Ed anche se le proteste arrivano solamente dal comitato faentino, lo stato d’animo, assicura quest’ultimo, “è condiviso anche dal resto delle persone colpite dall’alluvione in Romagna“. Quali saranno, a questo punto, le contromisure che gli interessati dall’ordinanza metteranno in atto?
Hanno già messo la questione nelle mani di avvocati e periti. Ai quali, peraltro, avevano già chiesto aiuto per risolvere gli innumerevoli inghippi presentati dalla piattaforma Sfinge, con solo una minima parte dei danneggiati che, dopo 18 mesi, “è riuscita a terminare la procedura del portale e ad avere un riconoscimento“.
L’intenzione, dunque, non è affatto quella di starsene con le mani in mano. “Nei prossimi giorni – spiega il portavoce del Comitato faentino – ci muoveremo ed incontreremo per analizzare meglio l’ordinanza. La prima impressione è di un ulteriore abbandono e delusione delle aspettative, nonché delle promesse di rimborso totali“.
La speranza, concludono dal Comitato, è che qualcuno dalla politica si accorga delle ingiustizie ricollegate a questa situazione e si mobiliti per offrire il proprio supporto alle vittime dell’alluvione. Visto che i risarcimenti, concludono, “non sono stati portati avanti come si doveva“.
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