E’ arrivata, dopo due anni, la condanna definitiva per il fratello di Alice Scagni, colpevole di averla uccisa con 20 coltellate
Tutto ha avuto inizio il primo maggio del 2022, quando Alberto Scagni uccide la sorella Alice con ben venti coltellate sotto casa, a Genova di Quinto. Dopo poco più di due anni da quell’atto estremo e tragico, è finalmente arrivata la condanna tanto discussa per l’uomo. Così come riportato anche da Ansa, infatti, la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai suoi avvocati. L’obiettivo era proprio quello di poter ottenere un possibile sconto di pena.
Non solo, però, gli avvocati non sono riusciti a raggiungere il loro obiettivo di riduzione, ma anzi siamo anche arrivati a una tappa fondamentale di questo lungo processo. A seguito degli eventi che hanno macchiato per sempre la vita di una famiglia intera Alberto Scagni è stato condannato a ben 24 anni e sei mesi.
Le parole della difesa per Alberto Scagni
E’ apparsa, dunque, fallimentare e ben poco accolta l’iniziativa della difesa di riuscire a ridurre, quanto possibile, la pena a cui sarebbe (e a cui è) andato incontro Alberto Scagni a causa dell’omicidio della sorella Alice. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, infatti, nel corso dell’udienza dell’8 ottobre la difesa ha cercato per l’appunto di ottenere uno sconto di pena per il suo assistito. Le tesi che portava erano due.
Innanzitutto perché, secondo quanto sostenuto dalla difesa, non è possibile dimostrare una premeditazione nelle azioni di Alberto Scagni di due anni fa. Non è infatti, dicono, possibile ricostruire cosa ha fatto l’uomo tra la telefonata di minacce ai genitori fino all’omicidio vero e proprio. In secondo luogo, la difesa chiama in causa la seminfermità dell’uomo, riconosciuta sia in primo che in secondo grado, e che sarebbe (dicono) incompatibile con una possibile premeditazione. Questo perché si darebbe per possibile una certa lucidità necessaria per poter organizzare in anticipo un delitto.
Le decisioni della Corte
Già in un momento precedente, infatti, Alberto Scagni era stato condannato a 24 anni e 6 mesi a causa dell’omicidio della sorella Alice con ben 20 coltellate. L’uomo, secondo le ricostruzioni, la notte in cui la tragedia ha avuto luogo si era nascosto in un sacchetto di plastica. Avrebbe atteso per circa due ore sotto casa della vittima prima di agire e commettere il brutale omicidio di cui si è macchiato.
Complice, inoltre, le minacce di morte che proprio l’uomo due anni fa ha indirizzato per mesi alla sorella e al resto della famiglia, il responso della procura generale alla richiesta della difesa è stato negativo. E, dunque, è stata respinta la richiesta di riduzione della pena. Infine, sempre nel corso della giornata di mercoledì 8 ottobre, la Corte europea ha dato il proprio consenso per quanto riguarda il ricorso contro le inerzie, presunte, di polizia e medici della Salute Mentale.