L’acquisto di latte vegetale è sempre più diffuso, eppure i prezzi continuano a essere ancora elevati: perché costa di più del latte normale?
Fortunatamente, il mercato dei prodotti vegetali si sta lentamente diffondendo in tutto il mondo. Sempre più persone stanno abbracciando una dieta prevalentemente vegetariana, rinunciando al consumo di carne e di derivati animali. Tra i prodotti sempre più acquistati troviamo il latte vegetale, ossia il latte ottenuto dalla frutta secca, dai legumi o dalla soia.
Tantissimi consumatori preferiscono acquistare questa tipologia di latte per due motivi principali, il primo è etico, quindi si ha una maggiore consapevolezza e un maggiore rispetto del benessere animale. Il secondo è puramente salutare, visto che in età adulta sono tantissime le persone intolleranti al lattosio. Ma come mai il latte vegetale costa ancora molto rispetto a quello vaccino?
Il latte vegetale, che ormai si trova ovunque e in mille gusti diversi, offrendo un’ampia scelta al consumatore, viene venduto ancora a prezzi elevati. Latte di soia, latte di cocco, di avena, di mandorla o di riso, sono sicuramente più salutari rispetto al latte vaccino, ossia quello ottenuto dalla mungitura. L’essere umano, infatti, è l’unico animale a consumare latte di altre specie animali e in età adulta.
Per contenuto proteico, il latte di soia è quello che si avvicina di più al latte normale, essendo derivato da un legume, ma è molto meno calorico. Inoltre, è ottimo per combattere il colesterolo cattivo e per migliorare il sistema cardiovascolare. In generale, tutti i tipi di latte vegetale sono ricchi di benefici, come vitamine e minerali, avendo basso contenuto di grassi e non contenendo lattosio e colesterolo.
Eppure, nonostante il loro valore nutritivo ed etico, i prodotti vegetali sono venduti ancora a prezzi elevati. Sembra assurdo, perché al posto di spingere i consumatori a provare prodotti del genere, il mercato ne rallenta il consumo per favorire quello dei prodotti tradizionali. Prodotti vegetali che costano di più rispetto alla carne o al latte animale, ma per quale motivo?
Sono le assurdità dell’era moderna, dove si fa di tutto pur di contrastare il cambiamento e di rendere più sostenibile tutto ciò che ruota attorno all’alimentazione. In questo modo, si incentivano gli allevamenti intensivi, quindi lo sfruttamento animale, ma non solo, perché si spinge la popolazione alla cattiva nutrizione e ai problemi di salute che ne derivano.
Prodotti più sostenibili ed etici dovrebbero essere più accessibili, e invece sembra quasi che ci sia una sorta di contrasto, di non accettazione. Ad esempio, il latte vegetale è maggiormente tassato rispetto a quello vaccino, e inoltre viene ostacolato dalle scuole, le quali non intendono acquistarlo per le mense scolastiche. Come si faceva quando lo zucchero non c’era? Ti svelo una chicca sui dolci dell’antichità.
Occorrerebbe smontare tanti falsi miti, come quello che vedrebbe il latte vaccino essenziale per il nostro organismo e per la crescita dei bambini. La scienza, su questo punto, si è ormai pronunciata da anni: il latte normale non è essenziale per la salute, anzi, spesso comporta notevoli effetti negativi, provenendo da una specie animale differente dalla nostra.
Certo, il latte animale è buono, ma il latte vegetale offre alternative altrettanto buone, e decisamente più salutari, specialmente quelle biologiche e senza aggiunta di zuccheri. E ancora, al di là della questione salutare ed etica, il latte vegetale è più sostenibile dal punto di vista ambientale. In tanti potrebbero obiettare che, ad esempio, la coltivazione intensiva della soia sia un problema tanto quanto gli allevamenti.
Un’obiezione corretta, ma bisogna sapere anche che la maggior parte della produzione della soia è destinata proprio agli animali tenuti negli allevamenti intensivi, come bovini, suini e pollame, e ciò provoca gravi effetti sull’ambiente e sull’ecosistema. Secondo i dati più recenti, l’85% della soia importata in UE è destinata a diventare mangime per animali da allevamento. La regione italiana in cui bevono pochissimo latte (ma si ingozzano di formaggio): non ti aspetti minimamente quale sia.
Insomma, consumare alternative vegetali, dal latte alla carne, è sicuramente indicato, anche solo per diminuire l’impatto devastante degli allevamenti intensivi nel mondo (che occupa il 91% del mercato alimentare), oltre che combattere questo insensato tributo di morte. Se soltanto si abbassassero i prezzi di questi prodotti, si potrebbe incrementare un nuovo tipo di mercato, meno sporco di sangue e più salutare.
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