Se si ha del cibo scaduto in casa, esiste un trucco che fa capire se è possibile consumarlo o meno: attenzione a questa dicitura.
Molti consumatori si trovano spesso di fronte a prodotti alimentari scaduti e si chiedono se sia ancora sicuro consumarli. L’argomento può generare confusione, specialmente quando ci si affida alla data di scadenza stampata sulle confezioni. Tuttavia, c’è un dettaglio fin troppo importante che può fare la differenza nel capire se un alimento può essere consumato o meno anche oltre la data indicata: la dicitura riportata sull’etichetta.
La frase “Da consumarsi preferibilmente entro il…” apposta dietro l’etichetta del prodotto alimentare non indica una scadenza perentoria che rende il cibo pericoloso dopo quella data. Si tratta, piuttosto, di un termine consigliato entro il quale l’alimento mantiene intatte alcune delle sue caratteristiche, come gusto, croccantezza, consistenza o freschezza. Questo vale soprattutto per alimenti secchi o conservati, come cracker, pasta e cibi in scatola, che potrebbero perdere alcune delle loro qualità ma non diventare dannosi per la salute.
Quando sull’etichetta del cibo scaduto è presente una data completa che indica giorno, mese e anno, il margine di sicurezza nel consumo può estendersi anche fino a tre mesi oltre la scadenza. Tuttavia, se la confezione riporta solo il mese e l’anno, è possibile conservare il prodotto fuori termine per un periodo che va dai tre ai diciotto mesi. Questo dipende dal tipo di alimento e dalle condizioni in cui è stato conservato. Infine, se viene indicato soltanto l’anno, il margine di sicurezza si allunga ulteriormente, permettendo di conservare l’alimento per oltre diciotto mesi rispetto alla data segnata. In ogni caso, prima di consumare un prodotto scaduto, è fondamentale prestare attenzione al suo stato di conservazione. Se la confezione appare danneggiata, se l’alimento ha cambiato colore, odore o presenta segni di muffa, è meglio evitare di consumarlo.
Anche nel caso di cibi conservati in modo inappropriato, come in ambienti troppo caldi o umidi, la scadenza potrebbe non essere l’unico fattore da considerare. Capire la differenza tra scadenza e preferenza di consumo può aiutare a evitare sprechi alimentari, mantenendo comunque la sicurezza. La chiave di questo dilemma è saper leggere correttamente l’etichetta e prestare attenzione ai segnali che indicano se un prodotto è ancora in buono stato.
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